sabato 22 ottobre 2016

Con gli occhi di un bambino - In bici con un Lego

I primi giri in bici
Dai racconti dei miei cari, pare che la mia prima infanzia sia stata costellata da episodi piuttosto vivaci di cui, a distanza di tanto tempo, possiamo ben sorridere.
A due anni cercai di buttarmi in piscina durante il pranzo del Battesimo della mia sorellina, e fui riacciuffato per un pelo venendo quindi riportato alle giuste ragioni. L'anno successivo fui più lesto, e riuscii a rompermi la testa contro lo spigolo di una finestra finendo, ovviamente, al pronto soccorso. A quattro anni suonati scoprii invece che quando mia madre mi intimava di non toccare il ferro da stiro perchè caldo, era meglio darle ascolto.
Piccoli episodi che più o meno tutti abbiamo vissuto e che ci sono stati tramandati grazie alla memoria dei nostri parenti o amici più anziani; piccoli pezzetti del mosaico che ci hanno portato, oggi, ad essere quello che siamo, carichi di molti ricordi e di qualche cicatrice.
Ho riflettuto un po' per trovare il primo pezzetto del mio mosaico, ma non è stato troppo difficile, perchè si tratta di un ricordo felice.
Era il giorno di Natale del 1987, avevo tre anni un mese e due giorni, ed accanto al mio lettino luccicava la mia prima bicicletta. Era una bmx rossa e bianca, aveva le con gomme piene, ed insieme alle sue piccole rotelle di plastica sarebbe stata per qualche anno la mia fedele compagna di avventure.
I primi giri ovviamente li feci in casa, tra il parquet e contro la mobilia. Piccoli incidenti che definirei formativi non furono particolarmente graditi a mia madre, che vedeva la mia testolina rischiare di rompersi nuovamente. Fortunatamente nulla successe, e potei continuare a scorrazzare felicemente per qualche dozzina di mesi sempre in sella alla mia amata bmx.
Non ricordo in che periodo mio padre le smontò le rotelle, nella mia mente rivedo solo quel bambino di quattro o cinque anni che al parco provava a stare in equilibrio, con le ginocchia sempre sbucciate. Andavamo al Forlanini, il parco di Milano di fronte all'aeroporto di Linate. Per me era un luogo magico, il mio gigantesco parco giochi in cui potevo sperimentare per la prima volta la libertà.
Gli adulti dimenticano troppo spesso come ci si sente ad essere bambini. La scoperta, la paura e l'emozione nel provare a fare qualcosa di straordinario, come l'imparare ad andare in bicicletta. Mi rendo conto che ciò di cui parlo non sia niente di straordinario, visto con gli occhi di un adulto. Ma provate a ricordare il momento in cui avete sentito per la prima volta quella sensazione, cercate di rispolverare l'emozione che avete vissuto quel giorno. Scoprirete che la tessera del mosaico creata da quel bambino quel giorno è ancora lì, in mezzo alle migliaia di altri avvenimenti che nella nostra vita frenetica abbiamo accantonato. Se vogliamo essere adulti migliori, dobbiamo cercare di ricordarci di come guardavamo il mondo quando adulti non lo eravamo ancora.

Guardiamo il mondo da un'altra prospettiva



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